RICARICA 10,40 VETTERLI (10,35 X 47)


Questa vetusta cartuccia ha equipaggiato il fucile Vetterli-Vitali mod. 1870/87 che fu ordinanza del Regio Esercito Italiano dal 1870 a fine 1800  e, dopo tale data, fu largamente impiegato il mod Carcano 91.

I fucili Vetterli  del 1870 erano monocolpo pur beneficiano di un otturatore girevole-scorrevole e solo dopo circa un ventennio (1887) furono modificati con l’adozione di un caricatore  fisso della capacità di quattro colpi,  ideato dal Capitano d’Artiglieria Giuseppe Vitali  (la denominazione del modello mutò infatti in Vetterli-Vitali).

I fucili, Vetterli prima e i Vetterli-Vitali dopo, erano camerati per la cartuccia a percussione centrale 10,35 x 47 R caricata con circa 4 grammi di polvere nera che spingeva un proiettile in piombo del peso di circa 300 grani ad una velocità nell’ordine dei 420 m/sec.

Le cartucce originali, ovviamente non si trovano quasi più e, d’altra parte è sconsigliabile utilizzare eventuali rari residuati centenari stipati in qualche soffitta.

Per quanto riguarda la ricarica di questa cartuccia  il discorso diventa particolarmente complesso nel senso che,  più che ricaricare,  si tratta di fabbricare ex novo  questa munizione partendo  ovviamente dal bossolo per finire alla scelta della palla e del propellente.

In riferimento al rifacimento del bossolo, molti ricaricatori, in passato,  si rivolsero alla  Bertam Bullet Company di Seymour Australia acquistando bossoli in cal. .450.400 nitro Express aventi stesso fondello e corpo delle cartucce del Vetterli (anche se di poco più lunghe); dopo averle “trimmate” era necessario passarle in un die full lenght  della RCBS.

Una scelta sicuramente più facile è quella di partire dai bossoli del .348 Winchester i quali, per essere uniformati alla originaria munizione che stiamo trattando, necessitano di una certa elaborazione. Dimensionalmente il bossolo  del .348 Winchester si avvicina abbastanza al 10,40 x 47R anche se il fondello di 15,25 mm non raggiunge i 16 mm della 10,40. Per tale differenza dimensionale non dovrebbe sorgere alcun problema in fase di espulsione, grazie al generoso  estrattore  dei Vetterli.

A carico del bossolo .348 Winchester  vi è una ulteriore piccola criticità collegabile a un non corretto “head space”, infatti, il fondello del .348 Winchester  riscontra  1,7 mm di spessore contro 1,8 mm di quello dell’originaria cartuccia  10,40. Personalmente, allineandomi al pensiero espresso dai più, reputerei tale evidenza trascurabile su un impianto balistico così vetusto (ottimizzazione finalizzata ad una elevata precisione intrinseca).

Come riportato in alcuni testi, le misure dimensionali del bossolo del Vetterli sono le seguenti: lunghezza 48,1 mm; dia colletto 11,55 mm; spalla 13,4 mm; dia base 13,7 mm; dia fondello 16,1 mm.

Per il .348 Winchester si rende necessario l’allargamento del colletto per portarlo  da 8,75 mm a 10,40 mm. Per tale operazione, alcuni hanno  consigliato il graduale allargamento, eventualmente con l’ausilio di un “expander” dei dies del .375 HH e, utilizzando solo nella fase finale, il die dedicato del set della RCBS, il quale provvederà all’ allargamento fino a 10,30 mm ed anche alla leggera svasatura per il corretto inserimento  della tenera palla in piombo.

Prima di iniziare le operazioni, è necessario comunque l’accorciamento del bossolo portandolo da 56 mm a 48 mm. È  conveniente lasciare il bossolo ottenuto dalla trasformazione leggermente più lungo (1 mm) in quanto, durante le fasi di formatura eseguite sparando col Vetterli “fire forming”, il bossolo subisce deformazioni che ne alterano in maniera non regolare la lunghezza voluta e, quindi, sarebbero poi necessari successivi interventi di trimmer.

Ultima operazione prima di procedere al “fire forming” è quella di ridurre il diametro del fondello del 348 Winchester da mm. 13.90 a mm. 13.60, ciò al fine di evitare mancate chiusure dell’otturatore (ovviamente per tale intervento sarebbe necessario un piccolo tornio da hobbista).

Riguardo alla scelta della palla, in alcune citazioni si fa riferimento al blocchetto fondipalle della NEI Americana n. 429-315 che rilascia palle del peso di circa 345 grani molto simili nella forma alla palla originale, da trafilare poi a mm. 10,50 e ingrassare l’unico grosso solco.

E’ possibile anche utilizzare palle  di calibro .429 (11,17 mm) normalmente utilizzate per la ricarica del cal. 44, trafilandole almeno a .427.

Alcuni tiratori Americani, come citato anche dal Barnes,  utilizzavano la palla del blocchetto della Lyman n. 429251 con buoni risultati.

Trattasi di una palla più leggera (251 grani) che trovò molto consenso prima della comparsa dei bullet mould in 416 (.416 Rigby) della RCBS n. 416350 che forniscono palle da .416 del peso di 350 grani a punta piatta (le quali necessitano di alleggerimento utilizzando una punta da 8 mm onde asportare materiale dalla base e portare il peso totale a quello della palla originale di circa g. 30 in meno).

Per quanto riguarda le polveri, originariamente le cartucce del Vetterli  portavano 60 grani di polvere nera che veniva notevolmente compressa. Oggigiorno l’utilizzo di tale propellente, è sconsigliato sia per la diversa granatura delle moderne polveri nere (che quasi ne interdicono il totale quantitativo di riempimento) che, principalmente,  per gli effetti corrosivi che dopo la combustione attaccano il rame contenuto nell’ottone dei bossoli rendendo questi ultimi molto fragili.

In linee generali, riguardo l’utilizzo dei moderni propellenti (polveri senza fumo) la scelta varia su polveri vivaci nel caso si  utilizzano palle leggere e su  medio-progressive se si usano le più pesanti.

Alcune sperimentazioni a mia conoscenza  si riferiscono  all’ utilizzo della pesante palla del blocchetto NEI citata in precedenza del peso di 345 grani.

Sono state testate ricariche utilizzando polvere Vihtavuori  N350 nella dose di 10 grani riscontrando  velocità nell’ordine dei 280 m/sec per poi salire a 13 grani con velocità di circa 335 m/sec. continuando a salire addirittura  a 19 grani con velocità nell’ordine dei 430 m/sec.

Con la medesima palla sono state altresì allestite le ulteriori ricariche citate in qualche testo: N 110 nella dose di 19 grani che hanno sviluppato velocità di circa 375 m/sec; la M 410 della Baschieri (ottima polvere da caccia) nella dose di 19 grani con velocità nell’ordine dei 350 m/sec. Ottimo comportamento è riferibile alla polvere  della Baschieri M92S con dosi tra 10 e 13 grani max.

Riguardo alle più leggere palle da 225 grani, eventualmente trafilate a .427 non ho reperito notizie ad esse attinenti; secondo logica sarebbero da utilizzarsi polveri vivaci del tipo Winchester 540 iniziando con dosi comprese nel range tra i 13 e i 16 grani oppure con le stesse dosi potrebbero andare bene anche la Vihtavuori N350 e anche la Baschieri M92S.

C’è da considerare che le dosi citate per queste ultime polveri occupano una modesta volumetria del bossolo,  pertanto sarebbe consigliabile l’utilizzo di riempitivi all’ interno del bossolo stesso del tipo cotone idrofilo o carta molto sottile (tipo carta igienica) al fine di pressare la carica di polvere e porla a contatto col foro di vampa.

È raccomandabile prima di eseguire prove a fuoco di accertarsi sempre del perfetto stato di conservazione della camera di cartuccia e della canna in assenza di camole o deterioramenti strutturali e di accingersi alle sperimentazioni con dosi iniziali molto prudenziali e di altrettanto prudenziali successivi incrementi, controllando sistematicamente l’assenza di appiattimenti dei cieli degli inneschi e/o di anomale deformazioni al corpo di bossoli.