RESIDUI DELLO SPARO GSR 1


Considerato che il complesso termodinamico costituito dalla detonazione della capsula d’innesco (i cui elementi sono Sali inorganici di elementi pesanti), della deflagrazione della carica di lancio (di natura prevalentemente organica) e dei residui volatilizzati (per le alte temperature e per i tormenti meccanici) generati dall’attraversamento da parte del proiettile della canna, attualmente, la rilevazione delle prove di avvenuto impiego di un’arma da  fuoco viene prevalentemente eseguita attraverso la ricerca e l’identificazione delle così dette “fire ball”, ossia le sferule che vengono originate dalla combustione dei granuli di propellente e dalla miscela d’innesco.

Il nome loro attribuito deriva da quello delle scorie proiettate dai vulcani o prodotte durante il getto della fusione d’altoforno.

Si tratta, grosso modo, di gocce di materiale solido liquefatto dal calore che si raffreddano durante la loro traiettoria assumendo forma sferica a causa della composizione delle azioni tensionali e di quelle dinamiche.

Si può comprendere facilmente il fenomeno rammentando quando è possibile osservare, durante le operazioni di saldatura a mezzo cannello ossiacetilenico o tutte quelle sferule che, scoppiettando, sfuggono dal metallo incandescente e dal borace durante la brasatura.

Analogamente ai fenomeni descritti, i residui combusti parzialmente od incombusti, originati dalla detonazione della capsula d’innesco e dalla deflagrazione del propellente di una cartuccia (specie se di arma corta) generano uno sciame di sferule che, di forma regolare e di composizione più o meno complessa, sono formate dai prodotti intermedi e da quelli finali che derivano dal fenomeno di trasformazione di un esplosivo detonante solido da innesco e da quello di un esplosivo deflagrante da lancio.

Per quanto concerne la metodica di prelievo con nastro adesivo (stub) e la successiva analisi SEM-EDX, ossia mediante microscopia elettronica a scansione con microanalisi spettrometrica a raggi X (SEM: microscopio elettronico a scansione), essa si può riassumere esponendo che i prelievi vengono eseguiti premendo un supporto su cui è fissato del nastro adesivo sulle superfici su cui si presume possano essersi depositate le “fire ball” .

Il nastro adesivo utilizzato viene rivestito, sotto vuoto, con un sottilissimo strato di carbonio che, oltre a proteggere la superficie, la rende conduttiva.

Dopo quest’ultima operazione, detta “metallizzazione”, il campione può essere esaminato col microscopio elettronico.

Il microscopio elettronico si basa sul principio secondo cui un fascio di elettroni (usualmente generato termoionicamente da un filamento al tungsteno) può essere focalizzato sul campione da indagare da un sistema di campi magnetici. L’interazione col campione fornisce una serie di effetti elettromagnetici che possono essere convertiti in immagini, inoltre, se si aumenta l’energia del fascio incidente, si provoca la ionizzazione degli atomi degli elementi presenti sul campione.

Cessando la sollecitazione, gli atomi tornano al loro livello energetico fondamentale rilasciando ‘energia fornita loro per ionizzarli sotto forma di raggi X che, avendo l’energia caratteristica degli atomi di provenienza, consentono di ricavare gli spettrogrammi caratteristici e, quindi, di identificare l’elemento stesso.

Attualmente sono considerate:

  • “compatibili” o “indicative” allo sparo le “fire ball” contenenti : Piombo –  Bario, oppure Piombo – Antimonio, oppure Bario-Antimonio, Bario-calcio-Silicio.
  • “univoche” o “esclusive” dello sparo, quindi quelle riferibili univocamente allo sparo soltanto quelle contenenti l’associazione di Piombo, Bario ed Antimonio.

Si osservi che, fino a poco tempo fa, i GSR contenenti l’associazione di Bario-Antimonio venivano classificati tra quelli “univoci” ma, successivi studi sperimentali hanno posto in luce genesi alternative allo sparo er la formazione di siffatte particelle sicchè esse vengono attualmente ricomprese tra quelle compatibili”.

Si osservi inoltre che, recentissimi studi hanno dimostrato che particelle sferoidali contenenti Pb-Ba-Sb e quindi del tutto assimilabili ai GSR, possono essere prodotte per cause del tutto differenti.

Va comunque osservato in generale che:

  • Il Bario è presente nelle ceneri delle foglie di alcune essenze (ad esempio le Querce), è usato in radiologia, è impiegato col solfuro di Zinco per produrre alcune vernici bianche ed è largamente utilizzato nell’industria e nella lavorazione di gomme e cartoni;
  • Il Piombo è uno dei metalli più utilizzati nelle più svariate lavorazioni ed è diffusissimo, specie in ambiente urbano;
  • L’Antimonio fa parte di moltissime leghe a basso unto di fusione, viene usato per indurire le leghe di piombo (caratteri tipografici e per linotipia), viene usato nei tessuti incombustibili, nelle vernici, nelle lacche e negli smalti per ceramica.

In generale, la risposta positiva agli esami può dipendere da cause anche molto frequenti.

Inquinamenti o contaminazioni delle aree di prelievo di campioni dall’indiziato possono facilmente verificarsi se chi preleva il campione ha toccato i bossoli o le armi che sono a reperto o ha maneggiato la sua arma o se è comunque trovato in ambiente ove sono presenti GSR perché particelle significative possono molto facilmente migrare da una superficie all’altra sotto l’azione di campi elettrostatici o spostarsi per effetti gravitazionali od inerziali.

Ulteriore e non trascurabile fonte d’inquinamento è l’ambiente urbano in cui sono presenti tutti gli elementi anzidetti in composti derivati dalle attività che vi si svolgono.

A tal proposito è opportuno sottolineare che il Prof. Torre ha individuato particelle provenienti dall’uso dei freni di autoveicoli muniti di alcuni tipi di ferodi che sono del tutto sovrapponibili a quelle provenienti dallo sparo.

Lo studio del Prof. Torre è stato pubblicato sul fascicolo 1-2 Gennaio-Giugno 2000 di “Zacchia”, Archivio di medicina legale e criminologia (1) ed anticipato da E. Zernar alla fine del 1998 e da lui pubblicato nella pag. 137 della Sez. III di diritto e procedura penale pubblicata da Giuffrè nel 1999..

Con riferimento a quanto esposto, accadrà così che:

nel caso le ricerche dei GSR vengano effettuate a mezzo del SEM-EDX (STUB), buona pate delle circostanze anzidette determinerà la presenza di sferule mono, bi o pluricomponenti contenenti gli elementi anzidetti e, come accennato, è stata rilevata addirittura la presenza di sferule contenenti l’associazione dei tre elementi discriminanti, ossia il Piombo, il Bario e l’Antimonio.

In parole povere, appare evidente che chi venne incaricato di trovare, provare se l’indiziato impiegò, con certezza, un’arma (o la maneggiò), debba prima conoscere:

  • Se la distribuzione dei residui sulle zone di ricerca siano da riferirsi a zone elettive oppure casuali.
  • Se ‘indiziato sia un fumatore ed abbia impiegato recentemente dei comunissimi fiammiferi del tipo di marca minerva, svedesi,Vesta etc. ossia di quelli di sola accensione sulla scatola.
  • Se indiziato abbia avuto a che fare con batterie elettriche, con motori a due e quattro tempi oppure elettrici, se ha maneggiato marmitte per motori a scoppio o feridi o bronzine, se impiega saldatrice elettrica od autogena con brasanti, abiti in zona mineralogicamente di natura vulcanica oppure con presenza di tracce di piombo e antimonio tali le cave di pirite etc. se ha usato dopobarba o deodoranti o disinfettanti o talco, se ha maneggiato portachiavi con chiusura comunissima di piombo e antimonio se fu ammanettato o comunque toccato da CC o militi muniti dei guanti neri che raccolgono tutto.
  • E come e da chi furono eseguiti i prelievi con lo stub, se in ambiente lontano da residui di sparo oppure in loro presenza dove è possibile ritenere la presenza di tracce di residui di sparo per origine casuale (es: mani degli operatori sporche per aver raccolto i bossoli o proiettili ed aver maneggiato il cadavere, oppure perché venute a contatto con divise tenute in armadi chiusi unitamente alle armi d’ordinanza, gli stessi abiti o divisa usati per i tiri di allenamento al poligono. Etc.
  • Se furono eseguiti prelievi selettivi anche in zone che normalmente si sanno non lambite dai residui ( zone mute) al fine di avere un test di affidabilità(test in bianco).
  • Come furono conservati prima e dopo il prelievo gli stubs (per esempio se rimasero non confezionati semplicemente negl ambienti della eventuale caserma o in un cassetto, oppure nell’armeria o nel deposito dei corp di reato ermeticamente.
  • Quali garanzie ci furono su eventuali inquinamenti casuali derivanti dalle impurità presenti sulle targhette o sui collanti o sull’inchiostro delle targhette apposte sul coperchio degli stubs.

La reale presenza di una sola microzolla ternaria piombo-antimonio-stagno con una notevole percentuale di alluminio (elemento comunque totalmente assente nell’analisi dei bossoli a reperto) non giustifica affatto analiticamente l’univoca origine da residuo di sparo; non la giustifica perché microzolle ternarie di identica natura compositiva ed identica morfologia se ne producono anche in natura.

Aver trovato solamente una microzolla, su una scarpa o scarpone che sia, nulla dice ai fini dell’impiego di un’arma da fuoco, potrebbe dire qualcosa se se ne fossero trovate venti o trenta e, contemporaneamente anche altre binarie di piombo e antimonio e piombo-bario.

una sola microzolla  è con certezza d’origine inquinativa: in uno sparo le mani sono generalmente investite da una miriade di microzolle, delle quali alcune, ma sempre decine se non centinaia, permangono a dimostrazione dell’evento.